Di legami famigliari, adozioni e dintorni: intervista a Monya Ferritti
Sangue del sangue,questo è il titolo dell’ultimo libro di Monya Ferritti; una provocazione come lei stessa mi confermerà durante l’intervista trattandosi di un libro che parla di adozione.
Mi ha colpito il titolo e ancor più l’invito all’incontro con l’autrice condiviso dalla Sezione Provinciale della Spezia dell’Associazione Genitori Si Diventa rivolto all’intera Comunità con l’intenzione di accendere un dibattito per decostruire o quanto meno mettere in dubbio la propria idea di legittimazione dei legami familiare. Decido di saperne di più, chiedo un’intervista a Monya e decido in vista dell’incontro di scrivere questo articolo affinché le parole e le riflessioni possano suscitare interesse e mettere il dubbio ora ed in futuro.
Partiamo da qui…
Perché e’ importante che tutta la comunità e non solo le famiglie con storia di adozione e ‘’addetti ai lavori” partecipino a questo incontro, leggano i tuoi libri e si informino sul mondo delle adozioni?
Per conoscerla, di adozione si parla poco e male. Non solo, tutti hanno un’opinione a riguardo costruita sulla base del proprio sistema valoriale, c’è chi è favorevole spesso considerando i genitori adottivi come benefattori o chi assume una posizione a sfavore considerando al contrario i genitori adottivi persone che, non essendo riusciti ad avere figli ‘’loro” decidono di colmare il vuoto e soddisfare i propri bisogni attraverso l’adozione.
Ciò che si perde di vista e’ in primis quello che l’adozione e’, in termini di legge e non solo, ovvero la possibilità di dare una famiglia ad un minore, non aver chiaro il focus comporta una serie di incomprensioni e di valutazioni sul piano valoriale che in ogni caso terminano con una delegittimazione delle famiglie adottive e dei legami famigliari che in esse si creano.
Parlando di delegittimazione, ho letto la presentazione del tuo libro in cui fai riferimento ad un episodio sui social di disconferma delle famiglie con storia di adozione da parte di una persona che al contrario mostrava apertura linguaggi inclusivi ma poi proprio sul tema delle adozioni è ‘’caduta” in uno dei più banali luoghi comuni, questo ti ha spinto a scrivere questo libro?
Si, e’ così. Il profilo di questa persona, che non conosco ma che potremmo definire ‘attivista’, ha tutti i contenuti ‘giusti’ e le parole ‘corrette’ che condivide con i suoi seguaci/follower. L’unica nota stonata riguarda proprio l’adozione; scrive, infatti, a proposito del sentirsi ‘estranea’ ai valori di sua madre e suo padre che ‘sarà stata sicuramente adottata’, non percependo minimamente di avallare e reiterare una micro-aggressione disconfermativa nei confronti delle persone che sono state adottate e della legittimità delle loro famiglie e dei loro legami. E’ questa la banalità con cui i legami famigliari che nascono non dalla consanguineità ma dall’adozione vengono continuamente disconfermati dalla società, ma non riguarda solo ed esclusivamente di adozione, oggi più che mai sono presenti e numerose le famiglie in cui i legami sono costruiti a prescindere dalla consanguineità. Per questo è sempre più importante che le persone lavorino su di sé prendendo coscienza del proprio sistema valoriale, dei giudizi e dei pregiudizi.
Certamente, partendo dal presupposto che ,‘addetti ai lavori’, insegnanti, educatori e professionisti in generale che lavorano a sostegno dei bambini e delle famiglie abbiano fatto nel loro percorso questo tipo di lavoro perché ritieni sia importante che si informino e conoscano meglio la realtà delle adozioni?
Il lavoro di consapevolezza, presa di coscienza e decostruzione degli stereotipi non finisce mai; in particolare l’argomento adozione tocca temi molto delicati spesso difficili da affrontare, come il tema dell’abbandono ma e’ importante lavorare anche sul tema del razzismo che si agisce anche inconsapevolmente ed è ancora troppo spesso istituzionalizzato.
Questo libro nascendo con l’intento di decostruire non porta l’attenzione del lettore sul vissuto della famiglia con storia di adozione o sul percorso adottivo in sé ma pone il focus su di sé, su come alcuni temi ci fanno sentire e ci colpiscono, su cosa ne pensiamo, su cosa crediamo e perché.
Detto questo ‘’gli addetti ai lavori” conoscono molto bene la realtà e le specificità legate al percorso adottivo e alla nascita di una famiglia, dal punto di vista legale, materiale, emotivo e culturale.
Per quanto riguarda insegnanti, educatori e altri professionisti è necessario informarsi e conoscere sempre meglio le specificità delle famiglie e dei bambini con storie di adozione per essere in grado di approcciarsi nel modo migliore possibile qualora si palesasse la necessità di lavorare con bambini con storia di adozione.
In particolare gli insegnanti possono trovarsi a dover affrontare questa situazione da un giorno all’altro, capita spesso che i bambini vengano inseriti in una classe in corso d’anno ed e’ fondamentale che gli insegnanti sappiano come gestire la situazione.
In effetti quella dell’adozione e’ un realtà molto diffusa, molto più di quanto si possa pensare, non e’ così?
E’ vero, la realtà delle famiglie adottive e’ tutt’altro che un fenomeno residuale. Stiamo parlando di migliaia di famiglie che ogni anno nascono dai percorsi di adozione nazionali ed internazionali, quest’ultime le più numerose che tra il 2012 e il 2022 hanno portato all’ingresso in Italia di quasi 18.310 minori per scopi adottivi*.
*dati consultabili sul sito della Commissione Adozioni
Ultima domanda sulla presentazione che terrai a La Spezia Sabato 11 Maggio poi ti lascio andare. Come si svolgono gli incontri in cui presenti il tuo libro?
Cerchiamo sempre di creare un ambiente aperto e accogliente. E vogliamo lasciare molto spazio alle domande e al confronto perché poi e’ da lì che arriva la crescita maggiore per tutti, anche per me.
Il prossimo appuntamento con Monya Ferritti si terrà presso la Biblioteca Beghi il giorno 11 Maggio 2024 alle ore 10 l’evento è gratuito, vedi dettagli e prenota sul FamilyCalendar.
Ci vediamo lì…
La redazione (S.D.)
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